mercoledì 5 marzo 2008

Gary Gygax ha fallito il tiro salvezza.

Leggo oggi sul giornale che, alla veneranda età di 69 anni, l'inventore di D&D si è spento. Beh, ne avevo 14 quando ho comprato il mio primo manuale nella foto, e ne avevo ancora meno quando ho comprato il primo libro game, ed ero tanto nerd... Sono cresciuto tirando d20 ogni volta che dovevo andare in bagno, la TSR non esiste più e la WotC ormai ci costringe a buttare il buon vecchio manuale e i sacchettoni di dadi accumulati in anni di gioco per sostituirlo con un pc e tante costose miniature. Dove andrà a finire il gioco di ruolo? Forse lui ci potrà aiutare? PS: quel manuale di Forgotten non mi è mai piaciuto.

3 commenti:

Unknown ha detto...

...grande nostalgia del dungeon inteso come incontri col rugginofago e con l'arpia nel caminetto, di quel senso di meraviglia irripetibile sia per l'età nostra sia per la sostanziale differenza fra la sensazione visiva e tattile della carta e dei dadi rispetto ad una versione online del gioco...
e comunque nemmeno a me è mai piaciuto quel manuale che sta leggendo il Reverendo nella foto.

ad maiora, Elessar

Yulunga ha detto...

Dici bene. Chissà se riusciremo a farci disegnare ancora una nave con rostro sputafuoco dal Taf? Il senso di smarrimento, l'ilarità... Emozioni irripetibili.
Mi dirai invece che ne è stato di Gwendolen, ci pensavo giusto stamattina.

Unknown ha detto...

eh, Gwendolen! non ci pensavo quasi più..a suo tempo subì un paio di ristesure dei primi capitoli, se non sbaglio, poi chissà che fine ha fatto, nei meandri del tempo...
mi ricordo che oltre i capitoli scritti assieme ero andato avanti fino a descrivere una guerra nel regno degli elfi (con Gwendolen che baccagliava la principessa di turno), ma il manoscritto è andato perso anni e anni fa
..comunque il Taf ha aftto cose peggiori della anve sputafuoco. Ricordo una sua dotta dissertazioen scritta in cui, per spiegare meglio gli allineamenti, portava esempi dal mondo reale..beh, il suo esempio per l'allineamento Legale Buono era, udite udite, Giulio Andreotti...